https://www.stellemarinebasket.it/immagini_pagine/109/fernando-racani-109-600.png

Tra coloro che hanno avuto il privilegio di fondare la società delle Stelle Marine, Fernando Racani (detto Nando), nè è uno dei fautori principali. Se non, il protagonista assoluto. Il precursore, di tutti quelli che, grazie ad un grande amore per la pallacanestro, hanno vestito la casacca biancoverde.

Era il 1964, Nando giocava con la Ussi Olimpia dell’Eur ma sperava di giocare in riva al mare nella sua amata Ostia. Ecco, dunque, che venne l’idea di creare qualcosa che potesse divulgare i valori del basket, anche sul litorale romano e con alcuni amici decise di utilizzare alcuni spazi utili della Parrocchia per provare a fare un campo.

Tra coloro che furono i protagonisti della fondazione delle Stelle Marine, solo lui sapeva cosa fosse, il gioco del basket: “Ero l’unico che magari, ne sapeva un po’ e giocavamo, non avendo ancora, il campo pronto”.
Schemi e movimenti della pallacanestro, venivano svolti nei locali esterni della Parrocchia di Regina Pacis: “Li facevamo sul piazzale della Chiesa, con un cerchio disegnato sul muro in verticale. Ci spingeva il desiderio di fare una cosa, completamente diversa, che ad Ostia non esisteva”.
Nacque il campo. Il famoso rettangolo di gioco in terra battuta, che tanto è stato descritto e raccontato, durante i festeggiamenti dei 50 anni.

Nel 1966 fu ingaggiato dalla Lazio dove restò per due anni e lo fece, nel momento in cui, la situazione alle sue Stelle Marine, era collaudata e protesa ad andare avanti, da sola. In seguito, tornerà alle Stelle un po’ per affetto, un po’ per i risultati, un po’ per tutto. E la sua carriera sportiva lo porterà in seguito a coprire anche i ruoli di allenatore e dirigente.

Nando, come vedi ora il futuro di questa Società, della tua Società: “Oggi il mondo è cambiato e la situazione è differente. Per i primi 50 anni è stato fatto questo ed è la dimostrazione, di quanto affetto ed entusiasmo ci sia tra i vecchi. Esso è assolutamente tangibile, però c’è da fare dell’altro. Sono cambiati i tempi, le modalità di lavoro, ci sono diverse tecnologie, i rapporti con i genitori e quelli con le vite dei ragazzi. I secondi 50 anni delle Stelle dovranno tener conto di tutto questo"